Ricominciare a danzare

Oggi la Chiesa commemora il martirio di Giovanni Battista, una festa celebrata anche dalla Comunione Anglicana. Non è casuale che scelga proprio questa data per dare inizio a questo blog: come Gesù avviò il suo ministero più pubblico ed efficace dopo la morte del Precursore, anch’io sento che è giunto il momento di ricominciare.

Il tempo della stasi

Due anni fa, il 31 ottobre – nella memoria della Riforma Protestante di Lutero – dichiarai pubblicamente la mia adesione all’anglicanesimo. Una scelta che rappresentò certamente un colpo per la Chiesa Cattolica Romana e, forse, un eccesso di enfasi da parte mia. Seguì un periodo di stasi durato un paio d’anni, durante i quali ho attraversato dubbi e incertezze.

La mia modalità di esercizio del ministero si è rivelata profondamente diversa da quella cattolico-romana, dove servizio, gestione e leadership occupavano ruoli centrali. A differenza dei miei confratelli e consorelle nel ministero, non ho ancora una comunità propria né una struttura nella quale celebrare. I timidi tentativi di questi anni non hanno portato molto successo, e questo mi ha fatto riflettere a lungo.

L’invito a danzare

Ma oggi ho deciso di lasciarmi guidare maggiormente e di osare. Prendendo in prestito le parole di un famoso cantante americano: “L’opportunità danza con quelli che sono già sulla pista da ballo”. È inutile rimanere fermi a rimuginare sulla mancanza di una comunità o sulle difficoltà di muoversi in un panorama prevalentemente cattolico. È tempo di iniziare a danzare.

Ecco perché oggi ricomincio il ministero, decidendo di lasciarmi guidare più profondamente dalla Parola di Dio e soprattutto avendo fede in Colui che non ha mai smesso di chiamarmi.

Ho voluto infatti usare un’immagine significativa per questo articolo: i Dervisci Rotanti che nella pratica del Sufismo svolgono quella meravigliosa danza mistica che unisce movimento e preghiera. Proprio questa immagine rappresenta il mio nuovo passaggio, una modalità differente di vivere e intraprendere il ministero che ho deciso di pianificare e sviluppare piano piano.

Liberarsi dal senso di colpa

In questi due anni ho dovuto combattere intensamente con una sorta di senso di colpa cattolico: il peso di aver abbandonato quella che Roma definisce come la “vera chiesa” (attualmente ne riconosce due, per motivi ecumenici: quella romana e le chiese orientali ortodosse). Oggi ho compreso che non ho abbandonato nulla: ho semplicemente scelto un’altra strada per giungere alla medesima meta, il Regno di Dio.

I frutti come testimonianza

Come Giovanni Battista mandò a chiedere a Gesù: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?”, e Gesù rispose citando Isaia – “i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i sordi odono e i morti risuscitano” – così anch’io affermo che saranno i frutti a testimoniare l’autenticità del mio ministero e la mia appartenenza al gregge di Cristo.

Gesù stesso rivelò l’esistenza di “altri greggi” oltre a quello degli apostoli, il che significa che nessuno ha il diritto di proclamarsi “vera chiesa” in senso esclusivo. Semplicemente “chiesa” è chiunque ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica insieme ai fratelli e alle sorelle, perché “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Un nuovo inizio

Questo blog rappresenta il mio nuovo inizio, ancora non pubblicizzato ma già vivo nel cuore. Come il Battista preparò la strada al Signore, così voglio preparare la strada a un ministero rinnovato, libero dai vincoli istituzionali ma radicato nella fedeltà al Vangelo.

È tempo di danzare sulla pista della fede, con fiducia e speranza.

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Gionark

Gionark è un prete anglicano della Inclusive Anglican Episcopal Church e questo blog rappresenta il suo personale diario spirituale. Qui condivide riflessioni sulla Parola di Dio, meditazioni sulla vita ecclesiale, esplorazioni della fede anglicana e frammenti della sua esperienza sacerdotale, intrecciando teologia e vita quotidiana.

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